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Ninetto Davoli
(Giovanni 'Ninetto' Davoli) Pentone (Catanzaro), IT, 11/10/1948
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Pier
Paolo non mi ha mai abbandonato. Vive in me, con me. Lo interpello nei
sogni, nei pensieri. Ci ho persino litigato: 'A Pà, ma nun eri morto?'
e lui 'Ma che stai a dì, Ninè?'
I amici di Pasolini.- Moravia, Sandro Penna, la Maraini, la Betti, la Morante,
erano gentili, io non li avevo nemmeno sentiti nominare prima. Non mi facevano
sentire a disagio, anche se lo ero
lo stesso nei primi tempi. Venivo da una famiglia semplice. Pier Paolo mi
chiamava, con affetto, ‘carogna’. Dove abitava Ninetto.- Poi i miei genitori come tanti andarono a Roma per cercare
lavoro. Abitavamo al Borghetto Prenestino. Ora vivo sulla Tuscolana. Un nuovo Pasolini.- Uno col suo coraggio e la sua sfacciataggine non l’ho mai
incontrato. Purtroppo il mondo è cambiato. Odiava borghesia e consumismo,
diceva che saremmo tornati al baratto. La borghesia sta sullo stomaco pure a me Io sono sempre Ninetto.- Non so cosa significano la parola ‘carriera’ e ‘attore’, sono
entrato nell’ingranaggio del cinema, spesso mi propongono film che non mi
piacciono e non li accetto. Mi diverto, senno’ mollerei tutto. Io sono sempre
Ninetto. Mi manca Pasolini.- Mi manca Pier Paolo, la persona. Era mio padre, mio fratello,
mia madre. È un mondo che mi
porto dietro. Non riesco a condividerlo con nessuno
(Corriere
della Sera, 24 settembre 2014, Intervista di Valerio Cappeli a Ninetto
Davoli)
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La
mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la
mia deboleza
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