La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi
 


Dacia Maraini
Fiesole, IT, 13/11/1936





Pasolini era un uomo mite, dolcissimo. Chi lo conosceva solo attraverso i suoi scritti pensava fosse una persona aggressiva, ma non lo era affatto. La rabbia, che esprimeva con forza nelle sue denunce, nello sguardo critico sulla società, era un tratto estraneo alla sua dimensione privata. È stato un uomo affascinante, dai molteplici talenti e pieno di contraddizioni. (Dacia Maraini)









Dacia Maraini fu fra i primi ad accorrere sul luogo in cui fu ritrovato il cadavere di Pier Paolo Pasolini, quel 2 novembre del 1975. "Era in uno stato pietoso, come si vede bene dalle foto scattate subito dopo, e che secondo me fu vergognoso pubblicare", dice Maraini, che ricorda come Pasolini fosse "robusto, allenato, faceva tanto sport" e come sia quindi inverosimile che una persona da sola abbia potuto ridurlo così. All'interno della macchina, ricorda poi la scrittrice, c'erano tanti indizi importanti, che "parlavano anche a chi, come noi, non è un poliziotto e poco sa di legge, perché per fortuna la logica è gratis, è di tutti". C'erano addirittura, ricorda, delle impronte digitali impresse nel sangue, sul tetto, un maglione, che non apparteneva a Pelosi. L'appello della scrittrice, commossa al ricordo degli ultimi momenti dell'amico, è perché l'Italia tributi un atto di rispetto allo scrittore, perché "rispetto", ha detto, vuol dire prima di tutto scoprire la verità su quella persona. "Siamo una democrazia, e se un cittadino si fa delle domande deve avere delle risposte - ha detto Maraini - e delle risposte credibili. Altrimenti non c'è differenza rispetto alle dittature. Andremo avan


Der Zeit ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit - Europa, Fin-de-Siécle: Pensamiento y Cultura - A la Época su Arte, al Arte su Libertad

 La mia indipendenza, che è la mia forza, implica solitudine, che è la mia deboleza